È una doppia cottura, che nel dialetto licinese prende il nome di “rencocciata” (riscaldata) per gustarla ancora, calda ma questa volta croccante. Dall’esigenza contadina di razionalizzare i tempi in cucina ed evitare sprechi, nasce così un piatto del tutto nuovo, capace di esaltare al palato il gusto intenso del granturco.
Si mangia come un pane, insieme a verdure di stagione ripassate in padella, a salsicce, a carne in umido o, come per la sagra di quest’anno, con un saporito cinghiale al sugo.
Organizzata dalla Proloco di Licenza, la festa anima il borgo di musica e risate. Ci s’immerge in un’atmosfera di convivialità: il vocio si alza dalla piazza e nell’aria si spandono i profumi di una cucina semplice e buona che racconta di tempi passati.
La manifestazione offre anche un’occasione per conoscere questo borgo sospeso tra l’aspetto medievale, la memoria della Roma Repubblicana e un senso di tranquillità che invita a rilassarsi. Un fascino antico che si svela tra scorci panoramici e stradine acciottolate che convergono sulla Piazza di Corte. Un vero e proprio palcoscenico dove la storia incontra il presente, dominato dalla torre e dai resti del vecchio castello, oggi in parte trasformati in abitazioni e in parte sede del Museo Archeologico Oraziano.
Non lontano dal paese, chi vuole passare un weekend di scoperta può raggiungere, anche a piedi, la Villa di Orazio, residenza del celebre poeta latino, che nelle sue Odi ed Epistole ha immortalato per sempre la bellezza di questi luoghi; la cascata del Ninfeo degli Orsini, inserita in una quinta architettonica rinascimentale; il Giardino dei Cinque Sensi, dove ogni passo diventa un viaggio tra natura e arte.