Sagra della Rencocciata

Sabato 22 e domenica 23 febbraio 2025, Licenza (RM)

Sagra della Rencocciata: avete mai assaggiato questo piatto gustoso? È una ricetta tipica di Licenza, diventata un vero e proprio simbolo della cucina della Valle Ustica, angolo incantato del Parco Naturale dei Monti Lucretili attraversato da trekking e cammini a lunga percorrenza.
Ma cos’è esattamente la “rencocciata”? Si tratta di polenta, ma non quella fluida coperta di sugo, come si usa in genere nell’Italia centrale. In questo caso si prepara aggiungendo all’acqua molta più farina di granturco per renderla soda a compatta. Si cuoce nel paiolo di rame, per quasi un’ora. La sapienza sta nel mescolarla continuamente con il tradizionale “squagliarellu”, un lungo bastone di legno di orniello, albero molto diffuso nei nostri boschi, che termina con quattro rami per sciogliere bene i grumi di farina. Il giorno dopo viene arrostita sulla griglia.

È una doppia cottura, che nel dialetto licinese prende il nome di “rencocciata” (riscaldata) per gustarla ancora, calda ma questa volta croccante. Dall’esigenza contadina di razionalizzare i tempi in cucina ed evitare sprechi, nasce così un piatto del tutto nuovo, capace di esaltare al palato il gusto intenso del granturco.
Si mangia come un pane, insieme a verdure di stagione ripassate in padella, a salsicce, a carne in umido o, come per la sagra di quest’anno, con un saporito cinghiale al sugo.
Organizzata dalla Proloco di Licenza, la festa anima il borgo di musica e risate. Ci s’immerge in un’atmosfera di convivialità: il vocio si alza dalla piazza e nell’aria si spandono i profumi di una cucina semplice e buona che racconta di tempi passati.
La manifestazione offre anche un’occasione per conoscere questo borgo sospeso tra l’aspetto medievale, la memoria della Roma Repubblicana e un senso di tranquillità che invita a rilassarsi. Un fascino antico che si svela tra scorci panoramici e stradine acciottolate che convergono sulla Piazza di Corte. Un vero e proprio palcoscenico dove la storia incontra il presente, dominato dalla torre e dai resti del vecchio castello, oggi in parte trasformati in abitazioni e in parte sede del Museo Archeologico Oraziano.
Non lontano dal paese, chi vuole passare un weekend di scoperta può raggiungere, anche a piedi, la Villa di Orazio, residenza del celebre poeta latino, che nelle sue Odi ed Epistole ha immortalato per sempre la bellezza di questi luoghi; la cascata del Ninfeo degli Orsini, inserita in una quinta architettonica rinascimentale; il Giardino dei Cinque Sensi, dove ogni passo diventa un viaggio tra natura e arte.



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