Parco Naturale dei Monti Lucretili


Un viaggio nel tempo tra boschi, altipiani e piccoli borghi

18.000 ettari di gole verdeggianti e anfiteatri rocciosi che, a tratti, si aprono su splendidi pianori carsici, colline coperte da olivi e altipiani da cui l’orizzonte spazia fino alle vette più alte dell’Appenino: è il Parco Naturale dei Monti Lucretili, dove dimenticare lo stress quotidiano e godersi un paesaggio da incanto
Spartiacque tra la Val d’Aniene e la Valle del Tevere, il Parco, è, per estensione, la seconda area protetta del Lazio. Un luogo armonico dove l’uomo ha sempre saputo convivere con la natura lasciandogli i suoi spazi.
Potrai abbracciare alberi come il profumatissimo Styrax officinalis, che cresce solo qui; camminare lungo le antiche vie medievali fermandoti a bere l’acqua fresca di fonti e sorgenti millenarie; scoprire piccoli borghi dal grande patrimonio storico-archeologico; vivere intensamente e “cogliere l’attimo” come ha insegnato il poeta Orazio dalla sua villa tra questi monti



Verdi montagne e pascoli assolati

Con un salto di quota di mille metri, il Gruppo del Monte Gennaro (1272 m) s’innalza bruscamente dalla Campagna Romana creando un effetto barriera verso il mare che influenza il clima interno e favorisce un ricco universo botanico.
Aspro è il versante esterno, inciso dalla vallata del Fosso della Scarpellata e dalle pareti del Monte Morra; più dolce e ricco di verde è quello interno, dove il Pratone di Monte Gennaro, i pianori di Campitello e le faggete di Valle Cavalera e Prato Porcini si alternano alle vallette boscose di Madonna dei Ronci, Vena Scritta e Stretta Vallicina e ai rilievi del Monte Arcaro, del Follettoso e del Guardia. Sul lato opposto la Cimata delle Serre fa da cornice naturale agli splendidi Lagustelli di Percile.
Al centro del Parco il paesaggio è plasmato dalla lunga dorsale della cima più alta dei Lucretili: il Monte Pellecchia (1369 m), che degrada dolcemente verso Nord con la Cima Coppi e l’altopiano delle Pratarelle, mentre a Sud-Est sprofonda nella suggestiva Valle Ustica scavata dal Torrente Licenza che confluisce nell’Aniene a ridosso della spettacolare rupe di San Cosimato.
Il paesaggio del Parco dei Monti Lucretili è frutto di un processo geologico iniziato circa 200 milioni di anni fa quando, dal mare lagunare della piattaforma carbonatica laziale, vaste aree di fanghi e sedimenti iniziarono a scivolare verso acque profonde. Successivi movimenti tettonici sollevarono i rilievi portando alla luce affascinanti stratificazioni di calcari, dolomie, marne e flysch ricchi di fossili che oggi si possono ammirare nei geo-siti del Parco: Campitello, Fonte della Longarina, Monte Pellechia e Monte Morra.
  • Monte Gennaro (1276 m) visto dal Monte Morra
  • I muretti a secco sul Pratone di Monte Gennaro un tempo segnavano il confine tra i pascoli
  • Il vecchio tratturo nella faggeta di Valle Cavalera oggi è parte del Sentiero Coleman
  • Piccole sorgenti e fontanili fanno di Campitello una zona ideale per il pascolo
  • La Stretta Vallicina è immersa nelle atmosfere incantate dei boschi di Roccagiovine
  • Anche se è alto poco più di mille metri, il Monte Follettoso offre vedute incantevoli
  • Il Fraturno è il più grande dei Lagustelli di Percile, originati da doline di sprofondamento
  • La vallata del Fosso Maricella, stretta tra la dorsale del Monte Pellecchia e Ara del Pero

La flora dei Monti Lucretili: un mistero geo-botanico

La varietà botanica dei Monti Lucretili è davvero sorprendente. Una singolare alchimia di piante mediterranee, centro-europee e orientali che in primavera dona variopinte fioriture e in autunno un foliage chiazzato dal verde intenso.
Tipici terrazzamenti a secco con oliveti scandiscono la fascia intorno ai borghi. Salendo di quota è un susseguirsi di castagneti, querceti e boschi misti di carpino, orniello, nocciolo, tiglio, sorbo e leccio dove, in primavera, spiccano i fiori gialli del maggiociondolo, rosa del siliquastro e quelli bianchi e profumatissimi dello Styrax officinalis, specie balcanica rarissima in Italia, eletta a simbolo del Parco.
Sopra i 700/800 metri si estendono vaste faggete talvolta punteggiate da aceri montani. Vantano esemplari giganteschi che mostrano l’eco di metodi di gestione del bosco in totale equilibrio con la natura. In alcune aree, i faggi vivono in simbiosi con gli agrifogli, fatti crescere per preservarli dagli animali; in altre, invece, hanno forme contorte dovute alle potature realizzate per favorire l’alimentazione del bestiame.
Caprifogli e stracciabraghe, che si arrampicano sui fusti del terebinto, pungitopo, dafne laureola ed elleboro colonizzano il sottobosco, mentre nelle radure spiccano arbusteti di macchia mediterranea.
Nei prati assolati fioriscono crocus, romulea, convolvolo, barba di becco violetta, silene, cicerchia primaticcia, altea ispida, eliantemo maggiore, sigillo di Salomone, erba fragolina, anemoni, geranio di San Roberto, pervinca e oltre sessanta varietà di orchidee di montagna dai colori intensi e le forme stravaganti.
Nelle praterie in quota s’incontrano carlina bianca, narciso dei poeti e la bellissima iris sabina.
  • Lo Storace (Styrax officinalis), specie balcanica rarissima in Italia eletta a simbolo del Parco
  • La piccola Romulea bulbocodium, detta anche zafferanetto, sboccia a primavera
  • Eliantemo maggiore, colora le aree rocciose da primavera a fine estate
  • Il Caprifoglio etrusco è un profumato rampicante, fiorisce tra maggio e giugno
  • Orchidea fuciflora, il nome deriva dal latino e significa fiori che sembrano fuchi
  • Himantoglossum adriatico, questa lunga orchidea può arrivare anche a 90 cm di altezza
  • Elleboro fetido: un nome che contrasta con la bellezza dei suoi fiori
  • La splendida fioritura purpurea del Siliquastro inizia dal tronco e poi si diffonde sui rami

Dove corrono i lupi e nidificano le aquile

Il Parco dei Monti Lucretili è l’habitat di molte specie di animali che, camminando in silenzio e con un po’ di spirito di osservazione, possono diventare incontri emozionanti che renderanno uniche le vostre escursioni.
Sono molto diffusi il cinghiale, la volpe, la donnola, la faina, la lepre, l’istrice, il riccio, il tasso, lo scoiattolo e il piccolissimo mustiolo. Più difficili da vedere sono il gatto selvatico, la martora, il ghiro e il capriolo italico.
Negli ambienti solitari del Monte Gennaro e del Pellecchia vive il predatore per eccellenza: il lupo; una presenza che evoca la Via dei Lupi, lo splendido itinerario che si snoda da Tivoli a Civitella Alfadena attraverso un corridoio di cinque aree protette tra Lazio e Abruzzo.
Sulle ripide pareti del Pellecchia trova rifugio anche la regina dei cieli: l’aquila reale; dalla postazione di birdwatching (sentiero 306b) si possono osservare bene due nidi. Spesso si vedono volteggiare nel cielo anche il falco pecchiaiolo, la poiana e il nibbio. Tra i rapaci notturni si trovano il gufo, il barbagianni, l’allocco, la civetta e l’assiolo. Nei boschi nidificano anche il cuculo, il picchio verde, l’upupa, la ghiandaia, il codirosso, il merlo, lo scricciolo, la capinera, il rigogolo, la cinciallegra, l’usignolo, e numerose specie di fringillidi.
Fontanili, sorgenti, ruscelli e zone umide in generale offrono riparo alla piccola rana italica, al tritone, alla salamandrina dagli occhiali, al rospo smeraldino e all’ululone dal ventre giallo.
  • Aquila reale, nidifica da anni sulle pareti del Monte Pellecchia
  • La volpe ha abitudini notturne ma capita di incontrarla anche di giorno
  • Il cinghiale è molto diffuso nel Parco anche per via di vecchi ripopolamenti
  • Il tasso è un animale molto schivo, scava la sua tana nel terreno e ne esce al tramonto
  • Piccolo rapace che si annida tra gli alberi la civetta si riconosce dal tipico verso ripetuto
  • Uccello dal canto melodioso, il merlo si può osservare anche in inverno
  • Vivace e canterina la cinciallegra rallegra i boschi con una gran varietà di richiami
  • La piccola rana appenninica si può osservare vicino ai fontanili soprattutto in primavera

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